Efficienza della giustizia e sviluppo economico in Italia: il dato che preoccupa

Se la seconda ondata della pandemia da Covid ’19 sta rinnovando nel nostro Paese gli allarmi della giustizia penale per le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale, sul versante della giustizia civile si contano, già, le conseguenze negative dell’emergenza sanitaria.

Secondo gli ultimi dati resi noti dal Ministero della Giustizia, i procedimenti civili in corso alla fine dello scorso giugno ammontavano a 3,32 milioni, in crescita rispetto ai 3,29 di fine 2019. Una crescita contenuta (0,8%) ma significativa, in quanto nell’ultimo decennio la tendenza consolidata era stata costantemente negativa rispetto al picco registrato nel 2011 di 5,11 milioni di procedimenti civili pendenti .

Per inciso gli effetti del lockdown della scorsa primavera si sono avvertiti anche sul versante penale, ove dopo 7 anni di riduzione, l’arretrato è tornato a crescere, portandosi quasi ai livelli di tre anni fa (oltre 1,6 milioni di fascicoli).

Tornando al tema dei processi civili, la crescita dei procedimenti in corso desta allarme anche tra gli economisti, in quanto come è noto, l’efficienza della giustizia civile e della burocrazia amministrativa incidono sulla capacità di attrarre capitali, anche e soprattutto di provenienza estera e, in definitiva sullo sviluppo economico complessivo di un paese.

La posizione dell’Italia, sicuramente già non ben classificata nei relativi raffronti internazionali, corre ora il rischio di registrare un ulteriore indesiderato peggioramento nelle valutazioni dei mercati, pregiudicando, così, le opportunità di un suo cruciale rilancio economico.

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