Auguri a Francesco Guccini che oggi compie 81 anni. Per il cantautore nato a Modena il 14 giugno del 1940, è un fiume di messaggi e citazioni sui social. “‘Io appena giovane sono invecchiato tu forse giovane non sei stato mai. Auguri Francesco avevo 12 anni e ti ascoltavo, ora ne ho 62 e ti ascolto. Sei stato la colonna musicale della mia vita”, scrivono.
Citano ‘Dio è morto’ o ‘Autogrill‘, con la ragazza dietro al banco intenta a mescolare birra chiara e Seven-up -, e ancora ‘Cirano’ che a dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocca, o ‘L’Avvelenata’ grazie alla quale “io, di destra, ho imparato a suonare la chitarra”.
Tra i cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana, il suo debutto ufficiale risale al 1967 con l’LP Folk. Ha pubblicato oltre venti album di canzoni. I testi dei suoi brani vengono spesso assimilati a componimenti poetici, denotando una familiarità con l’uso del verso tale da costituire materia di insegnamento nelle scuole come esempio di poeta contemporaneo.
Fino alla metà degli anni ottanta ha insegnato lingua italiana alla scuola off-campus bolognese del Dickinson College, un liberal arts college con sede centrale a Carlisle, Pennsylvania. Guccini suona la chitarra folk e la maggior parte delle musiche da lui composte ha come base questo strumento. È uno tra gli artisti con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco, con quattro Targhe, due Premi e un Premio Le parole della musica, cui si aggiungono vari altri premi e riconoscimenti.
Incontro, è una delle canzoni che oggi, sui social, è la più sentita e citata. Qui Guccini narra del suo rendez-vous modenese, a dieci anni di distanza, con un’amica. Lui stesso spiega il brano: “Incontro parla di un’amica mia che, bontà sua, era innamorata di me. Era anche molto carina, ma aveva poche tette e io ero molto sensibile all’argomento. Oggi guardo altre cose, anche perché sono cambiati i tempi. In quegli anni avere la ragazza senza tette era un handicap mica da ridere. Con questa ragazza rimanemmo comunque amici. Diventò professoressa di ginnastica e si sposò con un americano che viveva a Bologna. Per un po’ vissero in America, poi si trasferirono a Berlino e fu lì che si innamorò di un altro, un tipo piuttosto instabile, purtroppo. Così, quando a Natale lei raggiunse suo figlio in America, lui fece l’albero e si impiccò. Al suo ritorno in Italia la mia amica venne subito a cercarmi per raccontarmi cos’era successo. Andai a trovarla e dopo quel pomeriggio trascorso insieme scrissi Incontro, forse il mio primo tentativo di scrivere per immagini veloci, molto cinematografiche”
Ha voluto poi spiegare una parte della canzone: “non è vero che ci siamo incontrati con lei che mi correva lungo le scale. Però tutto sommato era carino, sembrava la sequenza di un film di Lelouch al rallentatore…”.