voto di fiducia

Governo Meloni: quando la Premier era contro il voto di fiducia

La nostra Presidente del Consiglio, da quando è salita al potere, ha utilizzato 17 volte il voto di fiducia alla Camera e 3 volte al Senato. Però nel 2o06 il voto di fiducia era una “scelta oligarchica“, un “errore drammatico” nel 2015 e una vera e propria “vergogna” nel 2017. Peggio ancora nel 2021, addirittura “una mortificazione del Parlamento, una deriva democratica“.

Dal 22 ottobre 2022 ad oggi, la Premier ha superato i voti di fiducia di Giuseppe Conte e Mario Draghi. Nella XVI legislatura – quella dal 2008 al 2013 – ci sono stati 96 voti di fiducia su disegni di legge con una media di 1,6 al mese; nella XVII legislatura quella dal 2013 al 2018 sono stati 108 e nella scorsa sono stati 106. Giorgia Meloni batte tutti con una media di 2,5 al mese. Quindi è molto lontano il tempo in cui urlava “Il ricorso alla fiducia è un esproprio delle Camere“.

Sembra di rivivere un deja-vù quando Giorgia Meloni dall’opposizione chiedeva spiegazioni e voleva abolire accise e commissioni bancarie per i pagamenti con il pos e poi arrivata in cattedra ha fatto una quindicina di passi indietro senza mai poi tirare fuori il discorso. Con la questione di fiducia, il Governo velocizza i tempi dell’esame di un disegno di legge da parte del Parlamento, perché cade la possibilità per le aule di votare modifiche al testo. Questo perché l’attuale maggioranza sa perfettamente di avere i numeri per poter promulgare leggi che molto probabilmente non vedrebbero mai la luce. Un esempio eclatante il Ponte sullo Stretto di Messina. I due rami del Parlamento non hanno avuto possibilità di votare senza pressione.

Dal giorno alla notte si sono visti arrivare la richiesta di voto di fiducia per approvare il grande colosso che dovrebbe collegare Calabria e Sicilia. Il voto di fiducia ricordiamo servirebbe per velocizzare un disegno di legge che è quasi in scadenza così da renderlo legge o no al più presto. In questi ultimi casi invece l’attuale Governo ha posto la fiducia a disegni di legge appena depositati così da mandare avanti i loro piani. 

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