Il nuovo Bauhaus europeo

La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha recentemente introdotto l’efficace concetto di Nuovo Bauhaus Europeo. Un possibile asse ispiratore e quindi progettuale della Nuova Generazione Europea. Nello specifico, nell’ambito di un’auspicata transizione verso un’economia circolare.

Il Bauhaus

Il Bauhaus, ultimo grande movimento del secolo scorso, viene preso come esempio creativo, con la necessità di applicarne le idee innovative adattandole alle esigenze sociali e alle problematiche globali odierne.

È questa, in breve, l’iniziativa lanciata da Ursula von der Leyen, Presidentessa in carica della Commissione Europea. “Voglio che NextGenerationEU faccia partire un’ondata di ristrutturazioni in tutta Europa e renda l’Unione capofila dell’economia circolare”.

Lo ha dichiarato  introducendo il cosiddetto “New European Bauhaus”, che vuole essere più di una semplice scuola di architettura. Piuttosto  una risposta alle nuove sfide, l’origine di un nuovo approccio che tenga in considerazione cambiamento climatico, inquinamento, digitalizzazione. Non da ultimo anche un’esplosione demografica con previsioni di aumento della popolazione fino a 10 miliardi di individui entro il 2050.

“Con questo progetto di speranza vogliamo costruire la nostra vita dopo il Covid-19 – ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen – rispettando l’ambiente e riprogettando le nostre società e le nostre città marchiandole con stile e design per trovare soluzioni ai progetti quotidiani, con un nuovo impegno culturale per l’Europa che abbatte i confini tra scienza e tecnologia, arte e cultura”.

Bauhaus: scuola d’arte tedesca

Lo State Bauhaus era una scuola d’arte tedesca operativa nel secolo scorso, che combinava artigianato e belle arti, fondata nel 1919 a Weimar dall’architetto Walter Gropius, il quale ne disegnò anche la sede (edificio oggi patrimonio UNESCO). Divenne fucina di un movimento internazionale per l’architettura, una corrente moderna che si diffuse rapidamente influenzando profondamente anche arte, design grafico, di interni e industriale, e tipografia.

In essa si cercarono di unificare i principi della produzione di massa con la visione artistica individuale, di combinare l’estetica con la funzione quotidiana. Concetti validi 100 anni fa come oggi. «L’ingegnosa avanguardia del Bauhaus ha influenzato il pensiero creativo. Dagli arredi ai paesaggi urbani, di tutto il mondo per oltre un secolo. Combinando arte e praticità, ha letteralmente contribuito a plasmare la transizione sociale ed economica verso una società industriale e il XX secolo», ha affermato la von der Leyen.

L’istituzione comprendeva artisti di spicco come Paul Klee, Wassily Kandinsky, LászlóMoholy-Nagy, Lyonel Feininger e Gerhard Marcks. Oltre a Weimar, la scuola si diffuse successivamente in altre due città tedesche: Dessau (dal 1925 al 1932) e Berlino con direttore l’architetto Ludwig Mies van der Rohe, fino al 1933, quando l’istituto cessò le attivitàvolontariamente sotto la pressione del regime nazista, il quale l’aveva dipinta come un centro dell’intellettualismo comunista rilevandone il potenziale politico.

La chiusura

La chiusura ha paradossalmente contribuito alla diffusione delle ideologie. Questo grazie alla dispersione in tutto il mondo dei suoi componenti, alla quale contribuirono significativamente le persecuzioni del regime contro gli ebrei. I famosi ricollocamenti attecchirono altrove sotto diverse forme dando il via, ad esempio, alla Seconda Scuola di Chicago. Capitanata da Mies van der Rohe o allo sviluppo architettonico modernista di Tel Aviv coi suoi oltre 4,000 edifici in stile Bauhaus costruiti dal 1933 in poi.

Il vecchio Bauhaus ha dimostrato che l’industria e il buon design possono migliorare la vita quotidiana di milioni di persone. Nei prossimi due anni verranno creati i primi cinque progetti in diversi paesi della nostra Unione”. Questi saranno il punto di partenza per una rete volta a massimizzare l’impatto economico, ecologico e sociale. Oltre che laboratori creativi e sperimentali e punti di attracco per le industrie europee.

L’importanza dell’iniziativa

L’iniziativa ha smosso una rete di dibattiti internazionali collegati, con focus su sostenibilità, i materiali da costruzione naturali e l’efficienza energetica, declinati alla demografia, alla mobilità orientata al futuro o all’innovazione digitale efficiente in termini di risorse, e sempre in stretto collegamento con la cultura e l’arte.

L’esempio fatto dalla Presidente della Commissione Europea calza perfettamente con la situazione attuale. Come oggi, nel 1919 si usciva da una terribile esperienza (di guerra in quel caso, e con la Germania tragicamente dalla parte degli sconfitti) e si dette spazio ad una vera e propria rivoluzione culturale, stilistica e di pensiero. Abbattendo i muri che dividevano l’arte dall’artigianato e segnando un profondo cambiamento nel mondo della progettazione, dell’architettura e del rapporto tra uomo e gli oggetti.

Questo obiettivo sociale, politico ed economico oggi lo vediamo inserito nel più generale quadro di un più coerente welfare. Questo è alla base del programma di rilancio del Nuovo Bauhaus. Un progetto ambientale, economico e culturale che mira a combinare design, sostenibilità, accessibilità, da attuare con finanziamenti comunitari.

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