Inchiesta morte Attanasio e Iacovacci. “Ogni giorno avvengono queste atrocità”

Luca Attanasio era nato a Saronno, ma con la famiglia si era trasferito a Limbiate. Avrebbe compiuto 44 anni a maggio, mentre il Carabiniere Vittorio Iacovacci, ne avrebbe compiuti 31, di anni, tra qualche giorno. Ma chi erano Luca e Vittorio? Rispettivamente l’Ambasciatore italiano più giovane nel mondo e un carabiniere partito per il Congo a settembre e che sarebbe dovuto tornare a marzo.

Luca e Vittorio, erano però principalmente persone come noi. Erano italiani che avevano deciso di mettere a disposizione il proprio coraggio e la propria “gentilezza” al servizio del più debole e di coloro che hanno bisogno di aiuto. Sono due servitori dello Stato he hanno deciso di partire affinché qualcosa potesse cambiare e deciso di farlo, in quei posti che non vengono nominati quasi più.

Il mondo è pieno di coloro che mettono a rischio la propria vita per una nobile causa, ma solo quando esplode un bomba o vengono uccisi dei connazionali durante un attacco, che sembra che l’Italia se ne accorga. Far girare l’informazione solo quando essa diventa necessaria, fa parte del gioco. Qualcuno potrebbe dire: ma basterebbe trovare solo la giusta via di mezzo tra il parlare troppo di un evento e il non parlarne più. Proprio in quella metà, si nascondono migliaia di storie di chi è in missione. Storie che andrebbero raccontate sempre affinché la morte dei nostri connazionali non passi nel dimenticatoio.

Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci: l’inchiesta sulla morte

(Fonte Video Open.Online) 

Due uomini modello, due giovani gentili, amanti del proprio lavoro e sempre pronti per gli altri. Tutte parole riferite dai familiari e dagli amici di Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci. Due ruoli diversi che si sono incrociati sulla stessa strada e accomunati da uno stesso destino.

Entrambi lasciano una famiglia che li amava: Luca, una moglie e tre bambine e Vittorio, una fidanzata che avrebbe sposato a breve. Lunedì, intorno alle ore 10:00, viaggiavano nel convoglio MONUSCO (missione Onu per il Congo). Nel corso dell’agguato, avvenuto nel percorso tra Goma e Bukavu, sono state rapite tre persone da un commando terroristico che utilizzava armi leggere. Uomini, probabilmente, delle Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda.

L’attacco, mirato proprio nei confronti del diplomatico italiano, doveva trattarsi inizialmente di un rapimento. Questo è quanto hanno rivelato da fonti congolesi. La zona presa d’assalto è particolarmente pericolosa a causa della presenza dei ribelli, appunto, delle Forze democratiche.

Le dinamiche sono ancora da chiarire ma da quanto appreso, Attanasio è stato colpito da spari all’addome e trasportato in ospedale. Qui, sarebbe deceduto. Ma altre testimonianze, dicono che l’Ambasciatore e il carabiniere siano stati portati nella foresta e uccisi. Il primo a morire è stato l’autista del convoglio, Mustapha Milambo, operatore del WFP.

Forze democratiche per la liberazione del Ruanda

Il percorso effettuato attraversa il parco nazionale di Virunga dove sono attive diverse milizie che combattono per ottenere il controllo sulle terre. La pista da seguire, quindi, per la morte dei due italiani è quella della guerriglia in Ruanda. Al momento del loro passaggio la strada era bloccata (appositamente) con pietre per impedire il passaggio. Proprio qui, sarebbero usciti sette assalitori che una volta avvicinati al convoglio, hanno fatto scendere gli occupanti.

Il gruppo Fdlr-Foca (Forze democratiche per la liberazione del Ruanda) aveva rapito nella stessa zona due turisti britannici nel 2018. Sempre nello stesso percorso, Padre Robert Kasereka Ngongi, sacerdote diocesano di Butembo, nel Nord Kivu, ha ricordato che nel 2017 sono stati rapiti due confratelli: don Charles Kipasa e don Jean Pierre Akilimali, della parrocchia Maria Regina degli Angeli di Bunyuka. Mai avuto più notizie.

Inizialmente, Padre Robert pensava volessero dei soldi, ma non è servito a nulla. “Sono decenni che in queste regioni nord-orientali della R.D. Congo ci sono violenze atroci e instabilità, portate avanti da feroci gruppi armati, probabilmente al soldo di potenze straniere che si contendono le ricchezze minerarie della zona”.

Attacchi all’ordine del giorno che avvengono ormai dal lontano 1994, ricorda Padre Robert, ma i numerosi appelli sono rimasti sempre inascoltati. Un’amara realtà difficile da riuscire a sopportare, soprattutto in funzione del fatto che continuano a verificarsi eventi di questi genere nonostante la presenza delle forze Onu. 

Rocco Leone: l’italiano sopravvissuto all’attacco in Congo

Durante l’attacco avvenuto lunedì mattina in Congo, era presente anche Rocco Leone. Si tratta dell’unico italiano sopravvissuto alla tragedia che ha coinvolto Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci.

Leone, 56 anni, è il vice direttore del Pam a Kinshasa ed è rimasto illeso durante il conflitto a fuoco. Dopo lo scontro è stato portato in ospedale per un controllo, ma non ha riportato ferite. Subito dopo l’attacco, Leone ha chiamato la moglie rassicurandola sulle sue condizioni di salute.

 

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