Operazione Anidra. Arrestati un medico chirurgo e un “Santone”

Questa mattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Genova hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Genova nei confronti del dott. Paolo Oneda, dirigente medico di chirurgia generale presso U.O. Chirurgia generale dell’Ospedale di Manerbio e di Vincenzo Paolo Bendinelli, Presidente e guida spirituale del centro di diffusione delle scienze olistiche “Anidra”, a Borzonasca (GE), indiziati di omicidio volontario con dolo eventualeviolenza sessuale e circonvenzione di persone incapaci. Un avviso di garanzia è stato notificato ad una psicologa, coindagata solo per i reati di circonvenzione e violenza sessuale.

L’indagine in questione, segue l’attività investigativa del 2019 a seguito di una denuncia sporta dai parenti di una ragazza ospite del centro. Nell’ottobre 2020, un’altra giovane donna, è deceduta presso l’ospedale San Martino di Genova, dove era stata ricoverata per un melanoma plurimetastatico. La vittima si era avvicinata al Centro e alle scienze olistiche già da molti anni, in quel luogo aveva anche celebrato il proprio matrimonio e insegnava Yoga e Thai chi chuan. Come spiegato dai numerosi conoscenti sentiti a verbale, prima di avvicinarsi al Centro di Borzonasca, aveva avuto una regolare vita sociale, venendo poi gradualmente assorbita da quell’ambiente, allontanandosi dagli affetti ed abbracciando totalmente gli insegnamenti del “Maestro”.

I familiari, dopo il decesso della donna, hanno denunciato che la vittima nell’ottobre del 2018, aveva subìto al centro Anidra, l’asportazione di un neo verrucoso sanguinante e che l’intervento era stato effettuato dal chirurgo Oneda alla presenza di Bendinelli, in locali non idonei a livello sanitario e senza sottoporre il tessuto ai previsti esami istologici. Dalle testimonianze emergeva che l’operazione sarebbe stata effettuata su un tavolo da cucina e senza alcuna anestesia, inserendo l’evento in un presunto patologico processo di “purificazione spirituale”.

Nel mesi successivi, la donna, in preda a dolori lancinanti, veniva rassicurata circa la sua guarigione, e privata di qualsiasi adeguato trattamento medico che invece sarebbe stato necessario. Gli approfondimenti investigativi medico-legali hanno accertato che l’intervento chirurgico effettuato e le successive conseguenti omissioni sono state in rapporto causale diretto con il decesso della giovane.  

Le indagini condotte con attività tecniche e tradizionali hanno consentito ai Carabinieri del Nucleo Investigativo, di rilevare gravissimi indizi di colpevolezza a carico dei due arrestati che erano pienamente coscienti della superficialità con cui era stato effettuato il primo intervento e consapevoli del grave e progressivo aggravamento del quadro clinico della donna, che aveva subito le conseguenze della diffusione del tumore ma si era affidata totalmente alle indicazioni del medico e del “Santone”.

Sono in corso le perquisizioni presso il Centro “Anidra”, le sedi lavorative dei due destinatari della misura cautelare e della Psicologa, la quale, nel tempo, in ragione della professione svolta, ha garantito un’attività di cooptazione verso il “Centro” di diverse ragazze fragili, al centro dell’indagine.

Seguiranno le dovute comunicazioni agli Ordini dei Medici di appartenenza, per l’adozione delle misure ritenute opportune.

 

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