Un nuovo museo per Pinault

Parigi è pronta ad aprire la Bourse de Commerce, il nuovo Museo della Collezione Pinault, firmato Tadao Ando. L’inaugurazione era prevista per lo scorso 23 gennaio, ma l’emergenza sanitaria potrebbe farla slittare, dopo tre anni di lavori, alla prossima primavera, in conformità con le decisioni del Governo.

A Parigi l’Arte povera e il Dopo Art

Restaurata e trasformata, come anche il veneziano Palazzo Grassi, dall’architetto Tadao Ando – con Niney et Marca Architectes, e Pierre-Antoine Gatier – la Bourse de Commerce sarà degna custode della collezione di opere che François Pinault ha messo su in oltre quaranta anni. Un insieme di circa 380 artisti compone l’eccezionale corpo di oltre cinquemila opere provenienti da diverse epoche e continenti. Delle quali duecento saranno esposte nell’edificio, spaziando dall’Arte Povera alla Dopo Art. Questa magnifica raccolta di dipinti, video, fotografie, sculture, installazioni, brani sonori, è un’ode all’arte, dagli anni Sessanta ai nostri tempi. A cominciare dalla prima mostra, che dovrebbe inaugurare in primavera, dal titolo Ouverture, ad animare la programmazione della nuova istituzione di Parigi saranno ben quindici progetti annuali, tra esposizioni ed eventi.

Nell’abbraccio tra due cerchi che si inerpicano verso la luce è racchiuso, sotto una spettacolare cupola ottocentesca in vetro, un nuovo mondo. L’obiettivo imposto dall’appassionato collezionista è di restituire alla struttura l’originario splendore di “edificio manifesto” dell’architettura parigina dei secoli XVI, XVIII e XIX, dando al pubblico la possibilità di muoversi comodamente in zone di accoglienza e spazi espositivi.

Auditorium

Dieci gallerie, spazi destinati all’accoglienza e alla mediazione, un auditorium da 284 posti, riservato a proiezioni, incontri, concerti. Lo Studio, una “black box” collocata nel seminterrato, perfetta per presentazioni video e musicali, e un Foyer, intorno all’Auditorium, per accogliere installazioni e performance. Quattro secoli di abilità architettoniche, in un armonioso susseguirsi di epoche e stili, corrono attraverso gli spazi che ospitarono dal 1767 l’ Halle au Blé – un edificio circolare utilizzato dai commercianti di grano – e, dal 1889, la Bourse de Commerce. Qui la colonna del vecchio Hôtel de Soissons ha incontrato le vestigia di un antico mercato del mais con il suo pavimento circolare settecentesco. Ricoperto nel 1812 da una spettacolare cupola in vetro e metallo, in sostituzione di quella in ferro.

In questo trionfo di epoche e stili, in quella che rappresenta, l’architettura più grande realizzata da Tadao Ando in Francia, l’architetto ha dovuto superare la sfida di trasformare un edificio impreziosito, da  magnifici affreschi raffiguranti scene di tutto il mondo del commercio, in un museo di arte contemporanea. Questo, senza impattare sull’edificio storico, tessendo con armonia la rete del tempo, sospesa tra passato, presente, futuro.

Come è lo spazio nella Bourse de Commerce

Uno spazio accogliente, di 6.800 metri quadri, invita il pubblico a seguire un percorso catartico. Si entra nella rotonda, indugiandovi, si attraversa, come in un Pantheon di giochi di luce che esortano all’introspezione e alla contemplazione.  Stretti nell’abbraccio della rotonda della Bourse de Commerce, i visitatori alzano gli occhi verso la cupola, maestosa, con i  suoi quaranta metri. Scoprono così l’immenso affresco dipinto da cinque artisti diversi nel 1889.

Un inno al commercio (ma anche un invito al viaggio) tra America, Russia, Asia, Africa, Europa, il freddo Nord, ciascuno rappresentato attraverso un’allegoria.  François Pinault ha affidato la scelta dell’arredamento interno della Bourse de Commerce a Ronan ed Erwan Bouroullec, che, con l’agenzia NeM, hanno realizzato anche gli arredi per il ristorante del nuovo museo, le “Halle aux grani“, affidato ai due chef Michel e Sébastien Bras. Dalla sala ristorante, al terzo piano dell’edificio, la vista spazia su Saint-Eustache, La Canopée e, più lontano, il Centre Pompidou e i tetti di Parigi.

La nuova Bourse de Commerce è un gioco di contrasti, balzi tra epoche ed elementi, pavimentazioni e falegnamerie del XIX secolo. Un incrocio di elementi astratti e senza tempo, dalla pietra al cemento, che non decorano gli spazi, ma semplicemente li “accompagnano”.

Il viaggio del pubblico ha inizio nel vestibolo, un’entrata che immette nel Salon, non una biglietteria e nemmeno una hall, ma un ampio salotto destinato all’accoglienza e all’incontro. I visitatori sono invitati a sedersi, ad attendere gli amici, a consultare un libro, a rallentare il passo. Adesso, ad animare questo concerto dedicato alla bellezza, mancano solo loro. L’appuntamento, si spera molto presto, sarà al numero 2 di rue de Viarmes.

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