Nino Manfredi: l’incredibile carriera del clown bianco

Tra qualche giorno, esattamente il 22 marzo, nasceva uno dei più grandi attori del cinema italiano: Nino Manfredi. Passato alla storia come il clown bianco, che si è fatto amare dal pubblico e dai registi, con cui ha lavorato, grazie alla sua semplicità.

Nino Manfredi nasce nel 1921, a Castro dei Volsci. Il padre, dopo che ottiene il ruolo di Maresciallo in Polizia, si trasferisce, assieme a tutta la famiglia, a Roma. Nino era considerato il figlio ribelle: scappa più volte dal collegio religioso in cui è stato iscritto da semiconvittore. Contrae la tubercolosi, cresce in sanatorio, proprio qui, grazie a un’esibizione della compagnia teatrale di De Sica, si innamora della recitazione.

I primi esordi teatrali

Finita la guerra ritorna all’Università e, contemporaneamente, si iscrive all’Accademia D’arte Drammatica. Qui incontra il suo mentore, Orazio Costa e, dopo essersi laureato il legge, debutta in teatro assieme a Tino Buazzelli nella compagnia Maltagliati-Gassman. Gli vengono affidati ruoli drammatici di autori contemporanei.

All’inizio degli anni ’50 si fa conoscere come attore comico. Insieme ai suoi compagni di studio, Paolo Ferrari e Gianni Bonagura, formò un terzetto che si esibì con successo dapprima nei varietà radiofonici e quindi in molti spettacoli del teatro di rivista e della commedia musicale.

Nel 1962 ritorna sul palcoscenico con Rugantino, di Garinei e Giovannini, insieme ad Aldo Fabrizi e Bice Valori, notevolmente apprezzato anche in tournée negli Stati Uniti d’America.

Il Cinema

Esordì al cinema con un primo film del 1949, Torna a Napoli di Domenico Gambino, proseguendo con altri due film musical-sentimentali in chiave napoletana.

Nel 1955 partecipò per la prima volta a due film di rilievo, Gli innamorati di Mauro Bolognini e Lo scapolo di Antonio Pietrangeli. Altri ruoli cinematografici importanti di quel periodo furono: Totò, Peppino e la… malafemmina, del 1956, diretto da Camillo Mastrocinque. È altri ruoli da protagonista nelle commedie Caporale di giornata, di Carlo Ludovico Bragaglia e Carmela è una bambola, di Gianni Puccini, entrambe del 1958.

Il debutto in televisione di Nino Manfredi

Sul piccolo schermo debutta nel 1956 nello sceneggiato L’Alfiere, diretto da Anton Giulio Majano. Nel 1959 ottenne l’amore incondizionata del pubblico con la sua partecipazione a Canzonissima, qui creò il personaggio di Bastiano, il barista di Ceccano, la cui battuta tormentoneFusse che fusse la vorta bbona entrerà nel linguaggio comune. Riuscì persino a convincere l’amico Marcello Mastroianni, notoriamente restio ad apparire in televisione, a esibirsi in una scenetta insieme a lui.

Ritornerà in televisione nel 1972, quando interpretò Geppetto, nello sceneggiato televisivo Le avventure di Pinocchiodi Luigi Comencini. Dal 1990 in poi interpretò numerose fiction televisive dirette perlopiù dal genero Alberto Simone e dal figlio Luca; furono sempre personaggi carichi di notevole umanità, come il commissario Franco Amidei di Un commissario a Roma, del 1993 e, soprattutto, come il brigadiere Saturnino Fogliani nella serie televisiva Linda e il brigadiere, iniziata nel 1997 e conclusa nel 2000, accanto a Claudia Koll nella prima e nella seconda stagione ed a Caterina Deregibus nella terza.

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