Whitney Houston: dieci anni di vuoto musicale

L’11 febbraio 2012 arrivò la notizia della morte di Whitney Houston: “La cantante e attrice americana Whitney Houston, 48 anni, e’ stata trovata morta in un hotel a Bervely Hills, dove si trovava per una serata a margine dei Grammy Awards….E’ stata dichiarata morta alle 15,55 ora locale (le due del mattino in Italia) dopo vani sforzi per rianimarla. Il Tenente della Polizia di Beverly Hills, (Los Angeles, California) Mark Rosen, ha assicurato che sul cadavere “non ci sono segni evidenti di violenza“.

Oggi, a 10 anni da quella orrenda notizia, ci si rende conto che la voce di Whitney manca quasi quanto l’aria. Una vita fatta di grandi successi e di premi ma fatta di droghe, alcool, violenza e depressione.

Nel corso della sua carriera sono stati tantissimi i suoi ingressi nei centri di recupero. Ha lottato moltissimi anni contro questa battaglia. Una vita tormentata che faceva da sfondo a una voce unica e a un talento straordinario. Ad aggravare questo suo malessere arrivò il matrimonio deleterio e distruttivo con il cantante Bobby Brown, dal quale nacque la figlia Bobbi Kristina Brown. Figlia che tre anni dopo la morte di Whitney Houston, morirà per le stesse cause dopo 6 mesi di coma. Il Dipartimento  di medicina di Los Angeles dichiarerà il 22 marzo dello stesso anno, che la causa della morte fu dovuta a un collasso cardiaco causato dal noto e prolungato abuso di droga, farmaci e alcool, tra cui un eccessivo consumo di cocaina e marijuana.

Whitney Houston: “I Will Always Love You” 

La sua voce era inconfondibile e rimarrà nell’immaginario collettivo di chi l’ha ascoltata anche solo per una volta. Anche gli amanti del cinema ricorderanno la sua voce: il film “Guardia del corpo” del 1992 con Kevin Kostner rimarrà nella storia, anche per alcuni dettagli simili presenti nella vita reale dell’artista. La sua vita artistica è stata unica e ricca di successi: 200 milioni tra album e singoli venduti, 6 Grammy e 22 American Music Awards. 

Per Whitney Houston il problema era se stessa: “Il mio più grande demone sono io. O sono il mio miglior amico o il mio peggior nemico” aveva dichiarato in una sua ultima intervista.

Kevin Kostner, durante i famosi Grammy del 2012 i cui organizzatori dovettero cambiare tutti i loro piani per dedicare proprio alla grande cantante tutta la manifestazione, disse: “La Whitney che conoscevo nonostante il successo e la fama mondiale si chiedeva ancora: Sono all’altezza? Sono abbastanza carina? Piacerò? Fu questo fardello a renderla grande e fu questo a farla inciampare“.

A dieci anni di distanza ancora cantiamo i suoi successi e ancora oggi “I Wanna Dance with Somebody” (Voglio Danzare Con Qualcuno) e lo faremo sempre proprio con Whitney Houston.

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